Giuseppe Carta
GIUSEPPE CARTA (Banari, 1950)
Premio A Giuseppe Carta
Per il suo dono di trasmettere emozioni attraverso le sue opere
Giuseppe Carta è pittore e scultore italiano riconosciuto a livello internazionale.
Nasce nel 1950 in Sardegna a Banari, un piccolo e caratteristico paese della provincia di Sassari.
Le nature morte che dipinge sono di commovente realismo e le sculture che realizza con l’antica tecnica della fusione a cera persa a Pietrasanta, in Toscana, luogo emblematico della scultura a livello mondiale, nascono con il nome di Germinazione.
Giuseppe Carta sonda con attenzione quasi maniacale la realtà che lo circonda, cogliendone i minimi dettagli e mettendo in evidenza le specificità dei singoli soggetti da lui dipinti siano essi calici, bicchieri, tovaglie finemente ricamate, tavole imbandite di luce e colore, cesti, libri, civette, zucche, limoni, melagrane, cipolla, uva, patate, fichi e quanto altro la natura possa a lui regalare in visioni che lo stesso artista rende vive per il traboccante realismo ricercato e per la Luce, elemento vitale e funzionale in tutta la sua opera. E tutto ciò accadde nella scultura, in bronzo, in alluminio, in resina e in marmo di Carrara che regala, quest’ultimo, alle sue opere quelle trasparenze e quelle velature che tanto richiamano le sue nature morte dipinte dal realismo assoluto, quasi esasperato. Nella scultura l’artista va nel cuore della materia, inseguendo un dialogo ancora più diretto, quasi cercando l’abbraccio con ciò che realizza: Melagrane, peperoncini, limoni, fragole, pomodori, olive e grappoli d’uva installate in location ed eventi di grande richiamo internazionale.
Fil rouge dei lavori di Carta è la Natura: frutti vivi, vivissimi, sono ritratti tanto nei loro momenti di massimo splendore quanto in quelli di caducità, evoluzione e maturazione. La Natura, per l’artista, è sempre foriera di bellezza e di nuova vita anche laddove apparentemente la vita non c’è più. “Nelle mie opere – afferma Carta – cerco di raccontare la vita nel suo lento trascorrere e in tutto vi è Bellezza, quella bellezza che però non corrisponde a Perfezione perché la realtà non è perfetta, noi non siamo perfetti, la Natura stessa non lo è. Amo dipingere ogni piega, ogni ruga, ogni imperfezione perché il dato reale, su tutti i possibili contesti di confronto, è sempre quello che ti appaga di più”.
L’interesse per la pittura si manifesta in lui sin dall’infanzia. Ancora adolescente, rivela anche una forte passione per la musica, decide così di iscriversi al corso di pianoforte presso il Conservatorio Nicolò Paganini di Genova.
Alla fine degli anni Sessanta passa al Conservatorio Statale Antonio Vivaldi di Alessandria, qui prosegue e ultima nel 1972 gli studi in pianoforte e al contempo si dedica allo studio dell’organo e della didattica della musica. Dal 1973 inizia una serie di attività artistiche: prepara e dirige un coro di voci bianche e uno polifonico, intraprende l’insegnamento di educazione musicale e frequenta, quale allievo di interpretazione e lettura di spartito d’opera, i Corsi musicali estivi “Città di Varallo”.
Nei primi anni Ottanta Giuseppe Carta si dedica definitivamente alla pittura, rinunciando all’insegnamento al Conservatorio, indirizzando la sua ricerca in un primo momento verso l’astrattismo e successivamente verso il realismo. In quegli anni lavora per la collana Ivaldi Editore collaborando, tra gli altri, con Mino Milani, Hugo Pratt, Attilio Micheluzzi e Giacinto Gaudenzi alla realizzazione dei volumi Soldati di ventura e Storie di un altro evo e di altre realtà. Scrive due romanzi e una ventina di racconti e collabora sporadicamente per il Corriere del Pomeriggio.
Nella seconda metà degli anni Ottanta, ancora molto legato alla musica, frequenta presso l’Istituto Regionale di Ricerca Sperimentale e Aggiornamento Educativo di Genova, corsi di tecniche di musicoterapica che conclude nel 1988 con una tesi dal titolo Elementi di musicoterapia e sindrome di Down in contesto scolastico. A tale periodo risale il fortunato incontro fra Carta e il gallerista genovese Rinaldo Rotta, che si rivela molto importante per la sua evoluzione pittorica, e con il quale instaura una profonda amicizia. «Fu un incontro che segnò profondamente il mio percorso artistico – afferma Carta – Rinaldo Rotta mi ha fatto capire la differenza fra un quadro d’arredo e un’opera pittorica».
Fin dai primi anni Novanta si registra la partecipazione di Carta all’importante Arte Fiera di Bologna.
Nel 1994 inizia a collaborare con la galleria Guidi di Genova e nello stesso anno un altro fortunato incontro con lo scrittore Giorgio Soavi segna la svolta nella sua carriera. L’attenzione di Soavi per le opere di Carta è tutta volta verso i calici di finissimo cristallo che emergono tra le preziose tovaglie e le raffinate ceramiche dipinte. Disse che non aveva più visto, ormai da tanti anni, vetri dipinti. A partire dal 1994, e per i due anni successivi, Carta si dedica interamente alla realizzazione di tele raffiguranti, per l’appunto, nature morte feconde di luce emanata dai cristalli, che trovano una scena ideale nella mostra A tavola con Giuseppe Carta allestita, con il catalogo curato dallo stesso Soavi, alla galleria d’arte Antonia Jannone di Milano (con la quale collabora fino agli inizi degli anni 2000).
Nel 1996 è allestita al Castello di Pralormo (Torino), su iniziativa dei conti Beraudo, la mostra Fragile, fragilissimo a cui segue, per iniziativa del Presidente della Provincia di Sassari, la mostra antologica itinerante Il peso leggero della luce a cura di Marco Goldin che lo invita due anni dopo ad esporre a Conegliano Veneto nella mostra Palazzo Sarcinelli 1988/1998.
Nel 1997 su invito della galleria Rinaldo Rotta di Genova espone tredici quadri nella mostra Cinque pittori della realtà, insieme a Giorgio Balboni, Luigi Benedicenti, Paola Campanella e Jonathan Janson.
Nel 1998 un altro fortunato incontro con il critico d’arte Federico Zeri segna la sua evoluzione artistica: ne segue il testo Pittura cristallina per una mostra personale alla galleria Rinaldo Rotta di Genova, mostra che non fu mai realizzata a causa della scomparsa del gallerista genovese. Le opere che il pittore realizza alla fine di questo decennio sono ispirate al ritmo musicale delle sinfonie di Mozart. Gli anni che seguono sono quelli che portano Giuseppe Carta a fare una scelta sia professionale sia estetica; ne sono frutto le esposizioni al Gran Palais e all’Espace Branly della Tour Eiffel, a cui seguono gli inviti delle gallerie Robin-Leaudouze e Caplain Matignon, sempre nella capitale francese. Vengono poi gli inviti a Ginevra, a Gand e Londra e quindi ancora in Francia a Saint Paul de Vence (Galerie Vendôme), mentre continua sempre il lavoro in Italia, soprattutto fra la Lombardia, l’Emilia e la Toscana.
Nel 1998 con la galleria la Spirale di Milano partecipa all’Art International di New York con due personali presso il Jacob K. Javits Convention Center e presso il New World Art Center. Nel 1999 una sua grande antologica La magia delle cose è promossa al Foyer del Teatro Lirico di Cagliari con catalogo a cura di Ada Masoero. La mostra La dinamica dei volumi inerti è tenuta alla galleria EloArt a Forio d’Ischia (NA) con catalogo a cura di Teresa Coppa, partecipa alla collettiva Sulle ali della seduzione ai Musei di Palazzo dei Pio a Carpi (Modena).
Nel 1999 è discussa da Maria Grazia Sassu una tesi di laurea dal titolo L’opera pittorica di Giuseppe Carta alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Sassari.
Nel 2000 e nel 2002 è invitato all’importante rassegna europea della natura morta The annual still life Show dell’Albemarle Gallery di Londra. Sempre nel 2002, su invito della galleria La Solo Arte di Milano illustra, insieme ad altri importanti artisti, il prezioso volume d’arte dedicato alle opere di Giuseppe Verdi con presentazione ed esposizione al Museo del Teatro alla Scala di Milano e partecipa alla mostra L’Arte a tavola la natura morta nell’immaginario artistico italiano promossa dal Comune di Piombino nella Galleria Comunale. Nel 2003 una importante mostra antologica itinerante Visioni di Carta è esposta al palazzo della Frumentaria di Sassari, all’Istituto Italiano di Cultura di Copenaghen, alla galleria Stefano Forni di Bologna, al Consolato Generale – Istituto di Cultura di Amburgo e al Castello San Michele di Cagliari, nel 2004 all’Istituto Italiano di Cultura di Lisbona e nel 2005 a Montecarlo alla Maison dell’Amerique Latine de Monaco.
Nel 2005 l’importante rivista russa MEЗOHИH dedica all’opera di Carta un ampio servizio di otto pagine.
Nel biennio 2006 e 2007 sue opere sono oggetto di importanti mostre internazionali: Sedici sguardi una rassegna. Sardiniae Corpus Sardiniae Figura. Discovering Sardinian Painting (Australia: Brisbane, Stock Exchange – Sydney, Seymour Theatre Center – Melbourne, Anz Australia e New Zeeland Banking Group) – Il Filo conduttore all’Istituto Italiano di Tripoli, la personale alla Galerie Alexandre Leadouze di Cannes, al Magic Market Place di Las Vegas e all’Hidden di Santa Monica, California, mentre in Italia una grande mostra antologica Vetro precario e fragile è allestita, su iniziativa dei Bormioli, nello scenografico Palazzo della Reggia di Colorno di Parma. con catalogo a cura della storica e critica d’arte Rossana Bossaglia, e partecipa alla mostra Filo Conduttore n. 2 al Museo Fioroni di Legnago. Sempre
Nel 2007 è promossa al Museo Archeologico e Storico Etnografico delle Tenute Sella & Mosca di Alghero la mostra Libiam ne’ lieti calici, mentre una grande antologica I seducenti percorsi della luce è allestita al Complesso Museale Francesca Sanna Sulis di Muravera (Cagliari) con catalogo a cura del critico Luciano Caprile. Con l’opera Equilibri precari in rosa proveniente dalla collezione della Fondazione Ca’ la Ghironda di Bologna partecipa alla mostra Identità e Differenze del ’900 curata del critico d’arte Claudio Cerritelli.
Nel 2008 partecipa ad ArtVerona con la galleria Arte e Arte di Bologna e sue opere sono esposte nella collezione del Museo di Arte Contemporanea Italiana in America di Costa Rica.
Nel 2009 è invitato alla 53a Biennale di Venezia, dove espone una complessa installazione scultorea La rinascita della foresta dopo l’incendio in alluminio specchiante di frutti e un asino che raglia di felicità.
Nel 2010 a Bologna sono promosse le mostre Germinazioni alla galleria Arte e Arte e Mimesis e alla galleria Stefano Forni di Bologna, mentre a Milano è promossa alla galleria Arcoit Giuseppe Carta. La parola della luce con catalogo a cura di Beatrice Buscaroli. Alla fine dell’anno è presente nella mostra San Francesco e Chiara d’Assisi. Maestri di Dialogo promossa al Palazzo Ducale di Massa Carrara.
Nel 2011 espone all’Euroflora a Genova una importante installazione scultorea di elementi bronzei e in alluminio. In Sicilia a Racalmuto nel Castello Chiaramontano è promossa la mostra Giuseppe Carta. Sul filo della memoria. Su invito di Vittorio Sgarbi è alla 54ª Biennale di Venezia con l’installazione pittorica Rosso Sardo ed Equilibri precari. Partecipa alla mostra L’arte di amare l’arte promossa dalla Fondazione CittàItalia al Palazzo Reale di Torino e alla Sala Alessandrina dell’Archivio di Stato di Roma.
Nel 2012 riceve l’invito del Teatro del Silenzio di Andrea Bocelli a realizzare la scenografia del Teatro: una scultura di oltre 9 metri, Germinazione Melagrana, è da lui ideata e creata. In tale occasione Carta ritrae Andrea Bocelli. La scultura Germinazione Melagrana è esposta per un anno nella valle del Teatro, mentre sue opere (dipinti e sculture) sono allestite a Lajatico, paese natio di Bocelli. Sempre nel 2012 riceve un’importante committenza della Banca d’Italia che lo porta a ritrarre il Presidente della BCE Mario Draghi.
Nel 2013 riceve l’incarico dalla CEI di realizzare il corredo pittorico e scultoreo per il Nuovo Complesso Parrocchiale della Provincia di Lanusei (Sardegna), partecipa alle mostre 100 Ventagli di corte d’autore dalla collezione di Aldo Dente alla Rocca di Dozza e Sardegna Arte Contemporanea 01 Leap and Land allestita al Masedu di Sassari dall’Accademia di Belle Arti Mario Sironi.
Nel 2014 Carta è protagonista in Cina di un importante progetto espositivo itinerante: a Chongqing, su invito dell’Ambasciata Italiana a Pechino e del Consolato Generale d’Italia a Chongqing, è promossa nel prestigioso spazio espositivo Changjiang Art & Culture Center la mostra Verso la luce, una personale di selezionati dipinti rappresentanti i temi più cari all’artista: grandi composizioni con cipolle, limoni, libri, melagrane, fiori e tovaglie metafisiche imbandite di luce e colore. L’impatto con il mondo cinese è altissimo, le opere di Carta riscontrano fin da subito particolare interesse e la mostra è proposta alcuni mesi dopo in un altro importante spazio espositivo, la galleria Aura Art Space di Chengdu dove l’artista è accolto con grande ovazione. Entrambe le iniziative vengono seguite in prima persona dal Console italiano Sergio Maffettone e dal consulente scientifico dell’Ambasciata di Pechino Plinio Innocenzi, che definiscono l’opera di Carta una Eccellenza Italiana. Forte di questo sentimento, Carta viene invitato dal Consolato Generale d’Italia a Chongqing a realizzare una scultura per l’inaugurazione della nuova sede del Consolato. Idea e realizza quale simbolo della città cinese Capsica Red Light una installazione scultorea in bronzo policromo di cinque peperoncini che si offrono allo spettatore in un rosso vivo squillante e che richiamano nelle contorsioni e pieghe le grandi sofferenze dell’Uomo che, nonostante il suo faticoso esistere, si eleva alla Vita. I peperoncini, dal grande realismo materico e vibrante, catturano l’interesse di importanti personalità del mondo dell’economia cinese fino a diventare l’oggetto di una importante collaborazione, tra il Consolato, grandi sponsor imprenditoriali e l’artista, nata allo scopo di far divenire i peperoncini di Carta il simbolo della città di Chongqing e della regione del Sichuan. Nello stesso anno su invito dell’associazione I mondi di carta espone a Crema nella rassegna culturale ed enogastronomica imondidicarta2014 le sue sculture raffiguranti dei frutti che ben si legano al tema del Cibo. La sua Cipolla in cristallo policromo e oro è consegnata come premio a Gualtiero Marchesi. Alla fine dell’anno gli è dedicata a Milano alla Fondazione Stelline un’importante antologica La luce e il suono, promossa dalla galleria Arcoit e curata dal critico Ivan Quaroni.
Nel 2015 è all’EXPO Milano 2015 nel padiglione Kip Onu e su invito del Governo Cinese nel padiglione Cina, dove a fine anno nella affollata città di Chongqing è installato un peperoncino alto oltre 7,50 metri in una delle più piazze più grandi e moderne della città, Guan Yin Qiao. Partecipa a Venezia alla mostra Il grande canale della Pace allestita al Palazzo Bollani. È esposta a Biella nel Selvatica Natura in Festival nei splendidi giardini all’italiana del Palazzo Cromo-Losa una sua grande installazione scultorea in alluminio specchiante. A Volterra nella mostra Rosso Fiorentino Rosso Vivo, curata da Vittorio Sgarbi con la regia di Alberto Bartalini, presenta una installazione scultorea dalla serie I piccantoni Capsica Red Light. È inaugurata al Museo dell’Arte Vetraria di Altare Giuseppe Carta. Trasparenze dipinte.
Nel 2016 a Milano a Eataly, il tempio dell’eccellenza italiana in fatto di cibo e produzione enogastronomica, è promossa la mostra Giuseppe Carta. Germinazioni. I diari della terra. La mostra è poi allestita nelle sedi di Eataly di Torino, di Bologna e poi nel 2017 di Roma.
Nel 2017 a Pietrasanta, in Toscana, è inaugurato il grande evento Giuseppe Carta. Orti della Germinazione, con la regia di Alberto Bartalini e la cura di Luca Beatrice. Ad aprire l’evento The Red Giant, un imponente peperoncino rosso di 18 metri che sembra nascere dalla terra, posto nella piazza del Duomo di Pietrasanta, che si accompagna ad altre 70 sculture in bronzo, alluminio, alabastro, marmo e resina e 30 dipinti di nature morte di commovente veridicità, oltre ad una serie di gigantografiche riproduzioni digitali, allestite nella Chiesa di Sant’Agostino, nell’annesso chiostro e nelle sale adiacenti. È all’insegna della meraviglia che la mostra Giuseppe Carta. Orti della Germinazione accoglie un pubblico di oltre 53.000 persone. The Red Giant, insieme ad altri 20 splendidi peperoncini rossi, diventa poi l’imponente scenografia del Teatro del Silenzio di Andrea Bocelli. La collaborazione con Bocelli continua a Roma con il charity event Celebrity Fight Night con l’esposizione al Colosseo dell’imponente Melagrana, già simbolo del Teatro del Silenzio 2012 e dell’Andrea Bocelli Humanitarian Award, premio conferito a celebrità e personalità quali Sophia Loren, la principessa Rania di Giordania, George Clooney, Sharon Stone, Nicolas Cage, Lionel Richie, Carlos Slim Helù. Su invito di Oscar Farinetti un altro grande peperoncino è esposto ad Alba (Piemonte) nelle reali cantine vitivinicole di Fontanafredda, patria del famosissimo Barolo.
Nel 2018 continua l’importante collaborazione con la Cina e le città di Chongqing e Chengdu tanto che è chiamato a ideare e realizzare per la prestigiosa World Chilli Alliance (WCA) il simbolo internazionale del peperoncino. Per la città di Chongqing, su incarico di uno dei più grandi colossi imprenditoriali cinesi, realizza un imponente peperoncino simbolo della città. In Italia conquista il pubblico di Euroflora Genova 2018 con i suoi peperoncini rossi, 25 esposti a Genova nei giardini dei Parchi di Nervi e al Porto Antico. Dall’inizio del mese di giugno domina nelle cantine reale vitivinicole di Fontanafredda un gigantesco grappolo d’uva voluto da Oscar Farinetti e creato da Carta quale Monumento al Nebbiolo, mentre alla fine dello stesso mese The Red Giant, il peperoncino lungo 18 metri esposto prima a Pietrasanta e poi al Teatro del Silenzio di Andrea Bocelli, trova quale luogo ideale di esposizione Fico Eataly World di Bologna, la fabbrica italiana del cibo più importante del mondo. Sempre nello stesso anno in Toscana la gigantesca Melagrana è collocata nella città di Pontedera quale installazione permanente. In Calabria, a Diamante, è insignito dall’Accademia Italiana del Peperoncino del titolo di Ambasciatore del Peperoncino nel mondo. Su invito del Museo di Monsummano Terme (Pistoia) espone una installazione di dipinti e sculture nella mostra Oasi. Alla fine dell’anno il Polo Museale della Puglia e il MIBAC celebrano l’Anno del Cibo Italiano con le opere di Giuseppe Carta promuovendo il grande evento espositivo Giuseppe Carta. Epifania della terra. Sculture imponenti di peperoncini, fragole, pomodori, limoni e melagrane – in bronzo, alluminio e resine policrome – seguite da dipinti raffiguranti nature morte di commovente veridicità, sono allestite nei gioielli storici e architettonici della regione: il Castello Svevo di Bari, di Manfredonia, di Trani e di Gioia del Colle. Iniziano le riprese del film CARTA del regista Dado Martino, che affascinato dalle opere e dalla vita di Carta così ricca di esperienze e di contaminazioni vissute in giro per il mondo dall’Occidente all’Oriente, decide di girare il film tra la Sardegna a Banari il paese dove Carta è nato e cresciuto, la Liguria dove si è formato prima come musicista e poi come artista, ma anche tra la Toscana e l’Emilia Romagna.
Nel 2019 altri importanti eventi e riconoscimenti attribuiscono a Giuseppe Carta il titolo di Maestro della Luce e dei Grandi Frutti della Terra. Su invito della Direzione del Polo Museale della Puglia la sua scultura Germinazione della Pace è esposta alla presenza del Ministro alla Cultura Bonisoli al Museo Archeologico Nazionale di Canosa di Puglia, mentre è presente nel Castello Svevo di Bari nella mostra Libri d’Artista. L’arte di leggere. Il 9 febbraio il Comune di Genova, nel salone di rappresentanza di Palazzo Tursi, presenta in anteprima nazionale il film CARTA. In Sardegna a Sassari le sue germinazioni scultoree diventano la scenografia che celebra la Natura per l’evento Che gusto!, in tale occasione Carta è insignito dal quotidiano regionale La Nuova Sardegna del premio La Nuova Sardegna quale “Artista celebre che porta alto il nome della Sardegna nel mondo, dall’Occidente all’Oriente”. In Calabria, su invito e per la città di Tropea, Giuseppe Carta realizza “La Rossa di Tropea” una grande Cipolla scultorea che diviene il simbolo del TropeaCipollaParty, festival promosso dal Comune di Tropea e da Paolo Pecoraro art director. Con la comunità calabrese s’instaura un importante rapporto di stima e amicizia e il Comune di Tropea conferisce a Giuseppe Carta la cittadinanza onoraria. Il grande evento espositivo Giuseppe Carta. Epifania della Terra, voluto e promosso dal Polo Museale della Puglia e dal Mibac, è prorogato fino alla fine di maggio. In Toscana a Pontedera è tra gli artisti protagonisti della mostra, diretta da Aberto Bartalini, I moti dell’anima. Tributo a Leonardo Da Vinci e altre sue opere sono esposte ai Bagni Alpemare di Andrea Bocelli (Forte dei Marmi).
Un altro grande ed importante evento vede l’Arte di Giuseppe Carta protagonista nel panoramico artistico nazionale e internazionale: in Sardegna a Nuoro l’Istituto Regionale Superiore Etnografico promuove al Museo del Costume l’evento Giuseppe Carta. Orti di Grazia, che vede la partecipazione e il contributo di Vittorio Sgarbi e la direzione artistica dell’architetto Alberto Bartalini. L’evento, inaugurato il 14 giugno alla presenza di un pubblico di oltre 500 persone, che vede il connubio tra il luogo storico e il patrimonio delle tradizioni sarde, ben custodite e presentate, del Museo del Costume e l’Arte pop di Giuseppe Carta, racconta il lungo percorso pittorico e scultoreo di Carta, autore dei famosissimi peperoncini e dei grandi frutti della Terra, veri e propri Inni alla Natura. Oltre 180 tra giganti sculture, dipinti e grandi installazioni sono le opere dell’artista presentate che celebrano la Natura e il grande premio Nobel Grazia Deledda, l’evento infatti è a lei dedicata. L’evento è aperto al pubblico fino alla fine del mese di ottobre. Durante l’esposizione, considerato lo spazio espositivo reso scenografico da un particolare allestimento di luci e visioni che accendono di nuova ispirazione sia le opere di Carta che la struttura del Museo del Costume insieme alla collezione etnografica in essa custodita, l’ISRE promuove l’evento Orti di Notte (23 luglio) facendo l’apertura notturna della mostra e anticipando l’evento con la proiezione del film CARTA all’auditorium Giovanni Lilliu. L’evento notturno riscontra un grandissimo successo di pubblico, oltre 400 le persone intervenute, trattenutesi fino a tarda notte per ammirare non solo l’arte, non solo il museo ma anche il fascino dei canti tradizionali accompagnati da alcuni tipici alimenti dell’enogastronomia isolana. A Porto Rotondo, nell’evento letterario La poesia di Marella Giovanelli incontra la scultura di Giuseppe Carta, Carta presenta ufficialmente al pubblico l’opera dedicata al premio Nobel Grazia Deledda.
Dopo una lunga permanenza di oltre 30 anni a Genova, Giuseppe Carta ritorna a Banari, il suo paese natio, dove si fa promotore e organizzatore di importanti iniziative e realtà culturali quali BanariArte e la Fondazione Logudoro Meilogu.